Centro Napoletano di Psicoanalisi

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L’inquietante intimità. Legàmi e fratture nei transiti migratori

di Virginia De Micco (Alpes, 2024)

Immaginate di essere stretti a una corda mentre il mare sotto di voi si gonfia e ondeggia paurosamente:
per un tempo incalcolabile non sarete altro che una mano-corda, senza passato, senza presente,
senza futuro… quando potrete tornare a vivere, a respirare, a pensare sarà rimasta una zona
disanimata e morta, una ferita muta che attenderà di essere ‘intesa’ da un altro apparato psichico che
possa accoglierla.
Così ripercorrendo un’esperienza più che ventennale l’autrice introduce alle fratture, le contraddizioni,
gli interrogativi inesauribili da un lato e le risorse insospettabili dall’altro del lavoro psicoanalitico nel
campo delle migrazioni.
Fenomeno sfuggente quello migratorio, caratterizzato da un’estrema mutevolezza e capacità di
evoluzione imprevista, oscillante tra un’invisibilità assoluta e una visibilità paradossalmente accecante
che corrono il rischio di renderne ancora più estranee le motivazioni per le società di arrivo.
Al centro delle trasformazioni antropologiche più imponenti nell’Europa del terzo millennio, le migrazioni
comportano anche profondi cambiamenti psichici individuali e trasformazioni delle dinamiche relazionali
e sociali. Cambiamenti che coinvolgono il destino delle identità, le tenute degli assetti culturali e le
declinazioni traumatiche delle storie personali e collettive.
Di fronte alle sfide della migrazione il lavoro psicoanalitico intende mantenere quel necessario spazio di
pensiero per riuscire a convivere coi legami, le fratture e le inquietudini che da entrambe le parti, sia per
chi parte che per chi accoglie, accompagnano i transiti migratori.

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